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lunedì 26 marzo 2018

Il top del top

Ieri il CIES Football Observatory, l'organo di ricerca della FIFA specializzato in analisi statistiche, ha pubblicato il suo Weekly Post n.220. L'argomento del nuovo rapporto è il rendimento dei giocatori dei 5 principali campionati europei nell'ultimo trimeste. In particolare, il CIES ha stilato la lista dei 10 migliori interpreti, ruolo per ruolo. Come spiegano le note metodologiche, sono stati presi in considerazione solo i giocatori che hanno disputato almeno 45 minuti in almeno 8 partite di campionato.

I calciatori individuati sono stati distinti in 7 categorie: portieri, difensori centrali, terzini, centrocampisti difensivi, centrocampisti box-to-box, ali e punte. La lista dei 70 selezionati offre alcuni interessanti spunti di riflessioni. Ma prima di iniziare l'analisi, è opportuno leggere i nomi dei giocatori scelti dal CIES.

I 10 migliori portieri:

I 10 migliori difensori centrali:

I 10 migliori terzini:


I 10 migliori centrocampisti difensivi:


I 10 migliori centrocampisti box-to-box:
Le 10 migliori ali:
Le 10 migliori punte:

Un primo livello di analisi della lista dei 70 top player riguarda il loro campionato di provenienza. Risulta, infatti, interessante soffermarsi su come si distribuisca la creme de la creme nelle varie leghe nazionali.

Che il campionato più ricco di talento sia la Premier League, tutto sommato, sorprende poco. In Inghilterra ci sono almeno 4/5 squadre che possono arrivare in fondo nelle due competizioni europee. Del resto, come già detto, i club inglesi generano e spendono cifre a cui la stragrande maggioranza delle squadre straniere non può neppure avvicinarsi. Ben 6 delle 10 squadre che hanno speso di più per allestire la propria rosa militano in Premier. Questa facoltosità permette di attirare, acquistare e stipendiare fior fior di campioni. Ecco allora spiegato perché ben 23 dei 70 membri dell'élite provengono dalla Premier League.

Se la prima posizione del podio risulta piuttosto coerente con le aspettative, stupisce l'inatteso primato della Serie A nei confronti de La Liga. La medaglia d'argento, infatti, non va al favorito campionato spagnolo ma al tanto vituperato "collega" italiano, che porta in classifica 20 giocatori, 3 in più de La Liga. Come vedremo tra poco, il campionato pagnolo paga alcune assenze illustri, mentre la Serie A si giova di inattesi exploit. Tuttavia, per quanto effimere e circostanziali possano essere queste valutazioni, tale piazzamento è una prova che il livello del campionato italiano quest'anno si è finalmente alzato.

Ricapitolando: 23 giocatori arrivano dalla Premier, 20 dalla Serie A e 17 da La Liga. Ciò significa che siamo già a quota 60 e, quindi, che l'apporto di Ligue 1 e BundesLiga si riduce ai restanti 10 posti. Una cifra decisamente bassa, se si tiene in conto la presenza nelle due leghe di due candidate alla vittoria della Champions League come Paris Saint-Germain e Bayern Monaco. Tuttavia, la loro stessa presenza deforma la natura delle rispettive competizioni, "nate morte" per manifesta superiorità. E se, in pieno "Effetto Neymar", il PSG è stata un'esplosione di calcio-champagne e ha infoltito il gruppo di rappresentanti, il Bayern Monaco ha potuto giocare "col freno a mano tirato", raggiungendo livelli insufficienti.

A questo punto, è utile scomporre i vari blocchi nazionali e guardare al club di provenienza dei top player per andare ancor più a fondo nell'analisi.


A scomposizione effettuata, gli spunti che si presentano sono numerosi. Andiamo per ordine di rappresentanza, partendo dalle squadre con più giocatori:

Il Barcellona fa paura. Escluso Umtiti (e non stiamo parlando di un giocatore mediocre), tutti i titolari della squadra catalana rientrano nella top 10 dei rispettivi ruoli. Un dato che rende l'idea della forma dei giocatori del Barça nel trimestre che, a scanso di blackout improbabili, li ha portati a maturare il vantaggio decisivo per la conquista del campionato. Vedremo se questo stato li accompagnerà nella fase decisiva della stagione che si sta avvicinando.

La Juventus ha fatto davvero un'impresa. Infatti, la seconda squadra più presente nell'élite europea è il Tottenham, recentemente eliminato dai bianconeri in Champions League. Tra gli 11 schierati da Pochettino a Wembley, solo il terzino destro Trippier e il centrale difensivo Vertonghen non rientrano negli eletti del CIES. Tra gli uomini mandati in campo da Max Allegri, invece, sono Chiellini, Benatia, Khedira e Higuain i giocatori eccellenti. Eppure, nonostante il 9 a 4 in favore degli inglesi, la Juve ha eliminato una delle squadre più temibili del panorama attuale.

Il Napoli è all'altezza dei migliori. Se la Juve è capace di tanto, onore a chi in Italia le sta dando battaglia. La squadra di Maurizio Sarri è, addirittura, la terza per giocatori selezionati. Sono ben 8, infatti, i napoletani da top 10, con due picchi assoluti: Mario Rui e Koulibaly, considerati il miglior terzino e il miglior difensore centrale d'Europa in questo inizio di 2018.

Il cattivo rendimento del Real Madrid è uno dei motivi, a cui si accennava in precedenza, per i quali La Liga è meno rappresentata della Serie A. I blancos hanno presto abbandonato la lotta per il campionato spagnolo e nella lista degli eccellenti non figurano nomi di primo conto come Sergio Ramos, Casemiro, Modric, Benzema, Isco. Tuttavia, il CIES si è soffermato sul campionato, mentre in Champions la squadra di Zidane sta continuando il lavoro iniziato nello scorso biennio, mietendo vittime.

Viceversa, se la Serie A ha più giocatori della Liga nelle varie top 10 è anche merito di Rino l'elettricista, che ha ridato luce al Milan. Dall'arrivo dell'allenatore calabrese il livello delle prestazioni dei rossoneri si è alzato al punto da avere ben 5 rappresentanti nell'élite del calcio europeo. Dopo il già citato meraviglioso Napoli, il Milan è l'italiana più presente. Durante la precedente gestione Montella, alcuni giocatori al massimo potevano ambire alla top 10 delle delusioni europee.

A sorpresa, anche l'Atalanta ha contribuito all'argento italiano: Ilicic regala ai bergamaschi la parità, in quanto a numero di giocatori selezionati, col Chelsea, campione d'Inghilterra (rappresentato da Hazard), e col Monaco, campione di Francia lo scorso anno (rappresentato da Sidibè).

Riprendendo il discorso assenze, è clamoroso che neppure un giocatore del Bayern Monaco sia stato incluso tra i top player. L'unico eletto della Bundes è, infatti, lo svizzero Burki, portiere del Borussia Dortmund. Avendo di fatto già vinto il campionato, i bavaresi hanno avuto un rendimento poco elitario. Probabilmente hanno rifiatato e risparmiato le energie per i match importanti di Champions League. Vedremo se Lewandowski, Robben, Vidal e compagnia scalderanno i motori e riprenderanno a giocare come sanno.

Le analisi relative a campionato e squadra di provenienza hanno, però, un orizzonte limitato riguardo alla stagione calcistica in corso. Si tratta, infatti, di disamine legate alle competizioni per club. Quest'anno, però, la stagione proseguirà anche in estate, dato che (come avrete notato sintonizzandovi su una rete Mediaset a qualunque ora del giorno), ci penserà la 21a edizione del Campionato Mondiale di calcio a tenerci compagnia sotto l'ombrellone. In ottica Russia 2018, può essere interessante andare a vedere di che nazionalità sono i 70 giocatori scelti dal CIES.




























La torta ha tanti gusti, per l'esattezza: 25. Tuttavia, la maggior parte del dolce se la spartiscono in cinque. Uscendo dalla metafora dolciaria, Spagna, Brasile, Argentina, Germania e Francia sono i Paesi da cui provengono 36 dei 70 top player. Su questi ci soffermeremo principalmente.

Dopo il tris Europeo-Mondiale-Europeo, la Spagna si è concessa una pausa, "toppando" le due successive competizioni. Dopo questo periodo di transizioni, gli spagnoli si presentano in Russia come una delle nazionali più forti. Del resto, Lopetegui può andare a pescare nelle migliori rose d'Europa. Tra i calciatori scelti dal CIES, ci sono 4 calciatori del Barcellona, 3 del Napoli, 1 del Real Madrid e 1 del Milan. A questi 9 giocatori si aggiungono esclusi eccellenti come Sergio Ramos, David Silva, Isco, Diego Costa, Morata. Insomma, cuidado.

O Brazil non è da meno: 9 membri del club sono carioca e, perfettamente in linea col titolo di questo post, stiamo parlando dell'élite del calcio mondiale. Si tratta, infatti, di giocatori provenienti da:  Barcellona, Real Madrid, Paris Saint-Germain, Manchester City e Roma. Se a questi si aggiungono Marquinhos, Casemiro e Gabriel Jesus, non inclusi nelle liste CIES, viene fuori che davanti ad Alisson, il Brasile in Russia potrebbe seriamente schierare una squadra composta solo da giocatori di Barça, Real, PSG e City. Fa paura solo a scriverlo.

L'Argentina, potrebbe sostenere Jacques de La Palice, ha un temibilissimo potenziale offensivo ma una lacunosa rappresentanza difensiva. Tra i 7 top player, infatti, ci sono due punte (Higuain e Aguero) e due ali (Messi e Di Maria), due centrocampisti, seppur difensivi (Biglia e Lo Celso), un solo difensore (Otamendi) e nessun portiere. Ora, che gli argentini possano arrivare in fondo segnando sempre un goal in più degli avversari, è possibile. Tuttavia, data la concorrenza di squadre ben più complete, al momento non pare probabile che tale strategia possa essere sufficiente.

La Germania campione in carica paga la già citata assenza del Bayern ma trova comunque 6 rappresentanti deluxe. Fortunatamente per i tedeschi, due di questi son portieri. L'infortunato Neuer potrebbe, infatti, trovare in Ter-Stegen e Karius degni sostituti. Il CIES li raccomanda, così come suggerisce che la mediana sia il reparto di forza della Germania. Oltre ai due portieri, ci sono infatti 4 centrocampisti nell'élite: Kroos, miglior centrocampista difensivo, Gundogan, Draxler e Khedira, rispettivamente 3o, 4o e 8o tra i box-to-box.

La Francia ha un avvenire d'oro. Escluso Lloris, i francesi selezionati dal CIES (Griezmann, Areola, Kimpembe e Sidibè) sono nati tutti negli anni '90. Considerando che a loro si aggiungono gli esclusi under-25 Pogba, Varane, Mbappe, Coman, Dembelé e Martial, stiamo parlando della nazionale destinata a dominare in futuro. Il Mondiale in Russia, dopo l'Europeo perso in finale in casa, potrebbe essere un'altra occasione per far crescere un gruppo dal sicuro avvenire.

Merita una menzione l'Inghilterra, se non altro perché ha lo stesso numero di rappresentanti della Francia e perché vale lo stesso discorso relativo al futuro. Gli inglesi scelti dal CIES sono, infatti, 5, di cui 3 giocatori del Tottenham (Kane, Alli, Dier), Walker, loro ex compagno, e Oxlade-Chamberlain. Tra questi, il più vecchio è il terzino del CIty, nato il 28 maggio 1990. Anche per la nazionale inglese questo sarà un Mondiale di transizione, ma l'ossatura della squadra del futuro è molto affidabile.

La mappa interattiva, basata sulla provenienza dei calciatori scelti dal CIES Football Osservatory, si presenta così!





sabato 24 marzo 2018

Rino l'elettricista

Per capire il titolo di questo post è necessario guardare la tabella sottostante e poi quella successiva. Si tratta di due visualizzazioni dei dati riguardanti le prestazioni dei calciatori del Milan durante le gestioni di Vincenzo Montella e Rino Gattuso.

Nelle tabelle è possibile leggere, giornata per giornata, il voto statistico assegnato ai giocatori del Milan dall'algoritmo Alvin 482. Si tratta del rating (simil-Whoscored) che La Gazzetta dello Sport ha sviluppato per dare agli adepti del Fantacalcio un voto alternativo rispetto a quello delle tradizionali redazioni. L'algoritmo, tenendo conto di tutti i dati raccolti da Opta durante le partite di Serie A, accorpa le statistiche in un unico punteggio. Un voto che va da 0 a 10, basato su calcoli scientifici dei dati prodotti dai giocatori in campo.


Questi numeri, resi graficamente in colori sfumati in base alla positività della prestazione, aiutano l'analisi statistica del (doppio) Milan visto nel corso della Serie A 2017-18. Partiamo dalla tabella relativa alle sciagurate 14 gare della gestione Montella:



Prendendo in considerazione le differenti colorazioni dei voti, a primo impatto balza all'occhio una certa intermittenza. Prima una colonna verde, poi gradatamente compare il rosso; poi di nuovo un po' di verde, e subito di nuovo il rosso; a un certo punto si riaccende il verde ma dopo poco riparte il rosso. E via così, con un'alternanza cromatica compatta, a colonne alterne, che risulta allarmante. L'incostanza dei colori, infatti, non è frutto di saliscendi di singoli giocatori, quanto piuttosto del rendimento dondolante dell'intera squadra.
 
Una visualizzazione di questo tipo rende evidente all'occhio quanto è già noto alla mente: i continui cambiamenti apportati da Montella allo scacchiere rossonero hanno generato nei giocatori solo una gran confusione, tattica e mentale. La poca definizione delle scelte e degli indirizzi dell'allenatore si è tradotta, così, nell'incertezza palesata dai giocatori sul campo. Quest'ultima, a sua volta, ha portato alle prestazioni deludenti che hanno generato il rosso dominante nella tabella.

L'allenatore campano, nei suoi mesi alla guida del Milan, ha utilizzato svariati moduli, ha spostato i giocatori da un ruolo all'altro, ha alternato sistemi e principi di gioco. In appena 14 giornate, Montella ha puntato forte sul 4-3-3, poi ha virato sul 3-5-2 e infine ha schierato la propria squadra con il 3-4-2-1, chiedendo a giocatori di trasformarlo fluidamente in un 4-4-2. Troppo.


Un tourbillon frenetico che, per di più, ha coinvolto tantissimi giocatori, dilatando in modo pericoloso le rotazioni. Basta dare un'altra occhiata alla tabella per accorgersi della lunghezza della lista dei calciatori impiegati: sono ben 19 i giocatori ad avere almeno cinque voti. Un dato preoccupante, soprattutto se si tengono in considerazione anche le caselle rimaste bianche, ovvero i non-voti. Molti giocatori sono stati, cioè, impiegati un paio di volte e poi dimenticati per un mese, prima di essere rischierati, magari in un modulo nuovo.
 
Un inno all'incostanza, in pratica. Una condizione che ha sfavorito il sorgere degli automatismi necessari a una squadra composta in larga parte da giocatori nuovi. Non a caso la colonna relativa alle medie tenute è ricca di rosso e scarsa di verde: dei 19 milanisti con almeno cinque voti, solo in sei raggiungono la piena sufficienza statistica. Troppo poco per una squadra che occupa la posizione n.13 nella classifica dei club che hanno speso di più per allestire la propria rosa (seconda italiana, dietro la Juve), che solo in estate ha investito 250 milioni (quarto club più spendaccione d'Europa) e che ha un monte ingaggi che sfora i 100 milioni.

The shape of Ringhio

Le prestazioni medie dei giocatori del Milan durante la gestione Montella sono state, quindi, molto deludenti. La squadra non ha mai mostrato solidità in difesa né efficacia in attacco. La potenziale versatilità della rosa si è arenata nell'irrisolta corsa alla ricerca di una precisa organizzazione. Insomma, Montella ha parecchie colpe. Così "l'Aeroplanino" non è decollato e la ragione sta proprio nell'intermittenza del suo Milan.

Poi, senza troppi proclami, è arrivato Rino da Corigliano, che umilmente ha vestito i panni dell'elettricista, ha riparato il difettoso impianto rossonero e ha dato stabilità alla luce generata dalla lampadina di Milanello. Vediamo come sono cambiati i dati dei giocatori del Milan dal suo arrivo sulla panchina rossonera.


Dati alla mano, la tabella dell'era gattusiana mostra due fasi ben distinte. La prima, che va dalla 15a alla 19a giornata, riguarda il periodo di smaltimento delle scorie della gestione Montella. Un periodo decisamente negativo: appena 4 punti in 5 partite. La seconda fase, iniziata dopo il periodo di adattamento, mostra un Milan nuovo, dal rendimento molto positivo. Gattuso ha ridato stabilità alla luce e sul semaforo milanista è scattato il verde.

Un verde densissimo, simbolo di rinascita. "Anno nuovo, vita nuova" è stato il detto che il Milan di Gattuso ha applicato alla perfezione: in questa seconda fase, coincisa con l'inizio del 2018, i rossoneri hanno lasciato per strada solo due punti a Udine. A partire dalla 20a giornata, infatti, sono arrivate otto vittorie e un pareggio, con una crescita costante nel gioco, oltre che nei risultati.

Rino l'elettricista ha dato una forma al caos lasciato da Montella, identificando il 4-3-3 come il modulo da cui ripartire. Ha, poi, scelto un nucleo di titolari e un numero limitato di panchinari, individuando l'impostazione tenico-tattica migliore per la rosa di cui dispone. Ruoli e compiti dei giocatori sono stati chiariti e i meccanismi, piano piano, hanno cominciato a girare. La rosa a disposizione di Gattuso ha un valore innegabile, ma il suo intervento è stato davvero provvidenziale.

Con fermezza e grinta, ma anche preparazione e idee, Gattuso ha trasformato il Milan. Ponendo fine alla fase di sperimentazioni, ha fatto sì che la sua squadra pendesse coraggio. Una volta partito il cambiamento, ha sviluppato ulteriormente il piano tattico, iniziando a fare sul serio. Infine, dopo aver generato entusiasmo e consapevolezza, ha condotto il Milan a risultati contrari alle sfavorevoli tradizioni degli ultimi anni.

Normalizzando la situazione precedente, Gattuso ha generato il verde dominante nella colonna relativa alla media tenuta dai giocatori del Milan. Il numero dei giocatori con almeno cinque presenze è sceso a 16, e le rotazioni ridotte e condensate hanno portato a valori mediamente più alti: 8 su 16 hanno almeno 6 nella pagella statistica e altri 3 hanno più di 5.9. Che rispetto alla gestione precedente, i voti di quasi tutti i rossoneri siano migliorati durante le 14 partite disputate con lui in panchina è un dato inequivocabile.

Effetto Rino

Tra i vari giocatori che si sono giovati della bontà dell'intervento di Rino l'elettricista, se ne segnalano quattro in particolare: Jack Bonaventura, Lucas Biglia, Leonardo Bonucci e Hakan Çalhanoğlu. I loro voti sono quelli che, confrontando le due tabelle, si distinguono come quelli maggiormente migliorati in questa fase di luce stabile.


Non è un caso che, una volta scelta un'impostazione tecnico-tattica, i giocatori che hanno tratto più benefici siano quelli chiamati ad alimentare maggiormente il gioco dei rossoneri. Si tratta dei due play della squadra, Bonucci e Biglia, e della catena di sinistra, composta da Bonaventura e Çalhanoğlu.

La prima coppia, durante la gestione dell'elettricista, ha ritrovato lo smalto che appariva perso quando in panchina sedeva Montella. I due cervelli della squadra sono sembrati emblematicamente appannati nella prima fase del campionato. La confusione del contesto nel quale erano inseriti non agevolava il concertare collettivo e, quindi, sminuiva le loro doti.

La migliore organizzazione di gioco, invece, li ha portati ad avere maggior idee e fiducia, ritrovando sicurezza. La squadra ha aiutato loro ad esprimersi meglio e, viceversa, loro hanno aiutato la squadra a girare di più. Lanci, tocchi e verticalizzazioni si sono moltiplicati, il playmaking del duo è diventato sempre più fluido e la manovra della squadra ha fatto un salto di qualità.

Le statistiche parametrate per 90 minuti dicono che entrambi provano oltre 70 passaggi (74.2 l'argentino, 70.3 l'italiano), con percentuali di precisione molto alte (il 91% Biglia e l'85.5% Bonucci). Un contributo essenziale per il gioco della squadra, ma che pareva utopico nell'era montelliana, in cui entrambi sembrava avessero subito l'incantesimo dei mostriciattoli di Space Jam.

Nel 4-3-3 di Gattuso, Bonaventura e Çalhanoğlu, invece, rispettivamente mezzala ed ala, compongono la decisiva catena di sinistra. Benché gli attacchi si sviluppino prevalentemente a destra (40% dei casi), spesso il gioco si sviluppa dall'altra parte. Questo anche perché i due giocatori citati sono diventati perfettamente interscambiabili nello scacchiere di Rino. Con equilibrio, si alternano in costruzione e attacco alla profondità, migliorandosi a vicenda.

Durante la gestione Montella, né l'uno né l'altro avevano trovato una precisa collocazione in campo. I loro ruoli, come quelli di diversi compagni di squadra, erano un mistero affidato alla lunaticità delle intenzioni dell'allenatore. Nella confusione generale erano stati risucchiati anche i talenti dei due giocatori che, Suso a parte, oggi rappresentano le più importanti frecce nella faretra di Gattuso.
 

A certificare l'Effetto Rino tra questi quattro beneficiari ci ha pensato il CIES, l'Osservatorio calcistico della FIFA. L'organo ha diramato la lista dei 10 migliori giocatori, ruolo per ruolo, degli ultimi tre mesi. Escluso Bonucci, gli altri milanisti sono presenti: Biglia si piazza quinto tra i centrocampisti difensivi, Bonaventura ottavo tra i box-to-box, Çalhanoğlu terzo tra le ali. A loro si aggiungono Suso, quarto tra le ali e Donnarumma, ottavo tra i portieri.

What if


Dalla 15a giornata ad oggi, il Milan ha conquistato 29 punti. Meglio hanno fatto solo Juventus (41) e Napoli (35).Ciò significa che da quando Rino Gattuso è l'allenatore del Milan, la squadra rossonera ha avuto un rendimento da terza della classe. Un posizionamento che, effettivamente, le spetterebbe se avesse tenuto tali medie fin dall'inizio della stagione. Infatti, 29 punti conquistati in 14 gare si traducono in 2.07 punti a partita. Meglio anche dei 2.03 della Roma, attualmente terza in Serie A.

E considerando il rendimento tenuto nella fase più gattusiana, ovvero a partire dalla 20a giornata, il gap con le squadre di testa si riduce notevolmente: appaiata al Napoli a quota 25, il Milan è secondo solo alla Juventus, capolista della micro-classifica con 28 punti.

La compattezza difensiva, assente nella gestione di Montella, è uno dei segreti di queste statistiche impressionanti. I rossoneri, infatti, sono una delle sei squadre imbattute nel 2018 in Europa (le altre sono Juventus, Barcellona, Borussia Dortmund, Tottenham e Monaco). Considerando i dati a partire dalla 20a giornata, la difesa del Milan è, inoltre, la seconda del continente con appena 5 goal subiti.


E nonostante il rapporto tiri/goal non sia eccezionale, anche in attacco la gestione Gattuso ha dato stabilità, migliorando il rendimento statistico. Il suo Milan tira 16,8 volte a partita, di più nei principali campionati europei fanno solo Real Madrid (17,9), Tottenham (17,4), Napoli (17) e Paris Saint-Germain (17). Insomma, il rodaggio ha funzionato su entrambi i lati del campo.

Verrebbe, a questo punto, da chiedersi dove sarebbe ora il Milan se avesse avuto queste statistiche dall'inizio della stagione. Spalmando la media gattusiana sulle 29 giornate disputate, si ottengono 60 punti (a fronte dei 50 realmente ottenuti). Una quota da qualificazione in Champions, obiettivo dichiarato a inizio stagione e sembrato irrimediabilmente sfumato a causa della gestione Montella.

Incredibilmente, però, il cambio in panchina ha riabilitato i sogni dei tifosi rossoneri: il Milan si trova oggi a -4 dall'Inter quarta in classifica, con il derby da recuperare. La concorrenza dei nerazzurri e della Lazio non sembra più irresistibile. L'Inter è ancora un work in progress, la squadra della Capitale, invece, sta vivendo un fisiologico appannamento.

Prima di affrontare l'Inter, però, il Milan giocherà contro la Juve. Successivamente affronterà il Napoli e altri avversari tosti come Atalanta e Fiorentina. Si corre, quindi, il rischio di aver incensato il calabrese troppo presto e di dover rivalutare l'operato di Gattuso in altra maniera a fine campionato.

Tuttavia, anche se bisognerà ricalcolare le medie milaniste al ribasso, rimane quanto di buono detto finora. Rino l'elettricista ha preso una squadra intermittente e le ha dato una luce stabile. Forse a fine stagione quest'ultima sarà più fioca, ma l'allenatore calabrese ha saputo intervenire in modo pronto e deciso, donando alla squadra l'elettricità che lo contraddistingue.