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sabato 9 giugno 2018

Co-MVP


Per il secondo anno consecutivo, Kevin Durant è stato eletto MVP delle NBA Finals. Una doppiettina da nulla. Infatti prima di lui il back-to-back era riuscito solo a Michael Jordan (tris dal '91 al '93 e dal '96 al '98), Hakeem Olajuwon ('94 e '95),  Shaquille O'Neal (tris dal 2000 al 2002), Kobe Bryant (2009 e 2010), LeBron James (2012 e 2013). Come dire, "benvenuto nell'Olimpo, Kevin".

Un bis meritato: nella serie contro i Cavs, Durant è stato un martello costante sulla difesa di 'Bron e soci. Un bis che, però, di sicuro non avrà fatto felice Steph Curry. Il numero 30 dei Warriors, infatti, non ha mai vinto il premio intitolato a Bill Russell e quest'anno lo avrebbe senz'altro meritato. Tra le medie tenute da Durant e le sue non c'è stata, di fatto, molta differenza.




Curry ha disputato le migliori Finals della sua carriera, realizzando oltre 5 triple a partita nelle 4 gare in cui Golden State ha schiacciato i Cavs. Il totale dei suoi canestri da 3 nei Playoff NBA è così arrivato a 378: appena 7 in meno di Ray Allen, primatista all-time, che ha però disputato quasi il doppio delle partite (171 a 90). All'ex, tra gli altri, di Celtics e Heat Steph ha strappato già due record nel corso di queste Finals: le 9 triple messe a segno in Gara 2 l'hanno reso il miglior realizzatore da 3 punti in una singola gara e, contemporaneamente, il giocatore più prolifico di sempre da dietro l'arco in una serie finale.


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Record impressionanti. Del resto, nonostante una prova di basso livello in Gara 3 (11 punti, con il 10% da 3, il 18% dal campo e 0 di +/-), nelle altre partite è sempre stato Curry il capocannoniere di GSW: 29 punti in G1, 33 in G2 e 37 in G4. Nelle prime due sfide, inoltre, ha anche realizzato più assist di Durant. Ma non è bastato. In ogni caso, grazie al contributo dei suoi due Co-MVP, Golden State ha surclassato gli avversari nel corso dei playoff, mettendo complessivamente fra sé e i rivali un totale di 210 punti. Si tratta del terzo differenziale di ogni epoca e il primo è stato stabilito sempre da loro l'anno scorso: 230.

Un ruolino di marcia impressionante, che acquisisce connotati incredibili se si tengono in considerazione anche i record registrati nella regular season da questa squadra. Dal 2015 a ora Golden State ha vinto 207 delle 246 partite disputate, ovvero l'84%. Nelle ultime tre stagioni, il record complessivo dei Warriors tra regular e post-season è di 328 gare vinte e appena 83 perse: un netto 79.8% di vittorie che supera anche il 75.8% registrato dai Chicago Bulls di Michael Jordan nel three-peet chiuso tra il 1995 e il 1998.

Dati che certificano l'entrata di questa dinasty nella storia della NBA. Qui , se volete, ne trovate altri. Intanto, complimenti anche a Steve Kerr, al suo ottavo titolo NBA: dopo i cinque da giocatore ne sono arrivati tre da allenatore.

C'è poco da dire: stiamo assistendo alla Storia del Gioco.

#DAM

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